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il dio Marte

 

TYGE (TYCHO) BRAHE
(Ticone -Tichone)

vedi la carta del cielo di Tycho Brahe

- cio che sopravvive non sono il potere e la ricchezza, ma soltanto l'Arte e la Scienza -


Di famiglia aristocratica - il padre Otte Brahe era Governatore del castello di Helsingborg - nacque nel 1546 a Knudstrup in Scania, una regione allora appartenente alla Danimarca, ma oggi, Svalöv, alla Svezia meridionale. La famiglia intendeva avviarlo alla carriera diplomatica, ma il ragazzo, che nel 1560 era rimasto affascinato dall'osservazione di un'eclisse di Sole, stava gia' scrivendo per se' un'altra storia.

Dopo aver compiuto gli studi a Copenaghen e in Germania, si interesso' presto di astronomia e di astrologia. Possiamo gia' farci un'idea della sua personalita' dal fatto che arrivo' a sfidare a duello un suo cugino e compagno di studi, Manderup Parsberg, che aveva osato mettere in dubbio le sue capacita' matematiche. La tenzone ebbe luogo alle 7 di sera del 29 Dicembre 1566 e, anche a causa dell'oscurita', Tycho ci rimise il naso. Se lo fece poi ricostruire con una protesi in oro, argento e, soprattutto, in rame come si e' potuto stabilire, poi, dalla ricognizione necroscopica effettuata sulla cavita' nasale nel 1901 e, successivamente, nel 2010.

Osservando nel 1563 una congiunzione di Giove e Saturno (presumibilmente, fra il 25 agosto e il 27 Dicembre) si rese conto che anche le piu' recenti e aggiornate tavole astronomiche (le Tabulae Prutenicae di Erasmo Rehinold) erano in errore di parecchi giorni.

Comincio', cosi', a progettare e collezionare strumenti di osservazione sempre piu' imponenti fra cui un grande quadrante per osservazioni stellari e un globo celeste sul quale andava segnando le posizioni delle stelle confermando ancora l'imprecisione e la lacunosita' delle misurazioni astronomiche fino ad allora eseguite.

Il grande contributo di Tycho Brahe all'astronomia fu infatti soprattutto quello di imporre l'esigenza di misurazioni e osservazioni continue e sempre piu' precise, a differenza dei precedenti astronomi che, influenzati dalla concezione aristotelica, davano molta piu' importanza agli aspetti qualitativi che a quelli quantitativi.

Nella sera dell' 11 novembre 1572 comparve una stella molto luminosa nella costellazione di Cassiopea. Si trattava di una supernova. Tycho la osservo' accuratamente nelle sue fasi di luce, notando che doveva essere molto piu' lontana della Luna. Infatti non presentava alcuna parallasse sensibile e quindi doveva appartenere al cielo delle stelle fisse. La cosa dovette suscitare un certo scalpore negli ambienti accademici, visto che si riteneva che tutti i corpi celesti appartenenti al cielo delle stelle fisse non avrebbero dovuto essere soggetti a mutazioni e corruzioni. L'evento, anche a seguito della pubblicazione del "De Nova Stella" avvenuta nel 1573, lo rese definitivamente famoso in tutta Europa.

Viaggio' parecchio in Germania e in Italia, pensando poi di andare a stabilirsi a Basilea con la famiglia. Il re Federico II, che era un protettore delle arti e delle scienze, per timore di perderlo, gli fece un dono favoloso: gli conferi' l'isola danese di Hveen con tutte le rendite che produceva e si impegno' a costruirgli un osservatorio a spese dello stato.

Nacque cosi' un grande edificio chiamato Uranjborg (castello del cielo), una singolare costruzione situata nel mezzo di un giardino quadrato circondato da mura come una fortezza e orientato con i vertici verso i quattro punti cardinali. Il castello possedeva torri di osservazione con tetti mobili, una biblioteca, un laboratorio di alchimia e altri locali di lavoro e di abitazione. Vi installo' molti strumenti astronomici (sestanti, armille equatoriali, strumenti parallattici, orologi ecc.).

Un secondo edificio, costruito da Tycho in seguito nel 1581, fu chiamato Stjerneborg (castello delle stelle). Aveva la particolarita' si essere in gran parte sotterraneo, probabilmente per porvi gli strumenti in posizioni piu' stabili che non sulle terrazze. I tetti di questi vani sotterranei erano a forma di cupola e le osservazioni potevano essere eseguite attraverso delle aperture praticate sulle cupole stesse.

Visse a Uranjborg per vent'anni, durante i quali raccolse un'ampia collezione di dati che gli sarebbe servita in seguito per costruire il suo nuovo sistema cosmologico.

L' impegno profuso nell'arte alchemica svolta all'interno di laboratori appositamente allestiti non fu minore della passione per le osservazioni della volta celeste. E se i dettagli della alchimia di Tycho sono vaghi e incerti, il motivo di una siffatta ignoranza non e' un mistero. Tycho stesso, a compimento della sua opera "Astronomiae instauratae mechanica" rivelo' la propria inclinazione nei riguardi delle indagini chimico-alchemiche:

"Non vorrei evitare di trattare queste discipline apertamente con aristocratici e principi, come con altre nobili ed erudite persone che provano dell'interesse per queste questioni e ne hanno una qualche conoscenza, e al momento opportuno vorrei condividere alcune cose con loro, in base a cio' sono convinto della loro buona volonta' e del fatto che essi vorrebbero tenere tutto questo segreto. Proprio per questo non e' conveniente o vantaggioso che tali studi diventino di pubblico dominio"

Purtroppo, la megalomania di cui soffriva lo porto' presto a tiranneggiare i poveri abitanti dell'isola di Hven con balzelli non dovuti e condanne per insolvenze. Si circondo' persino di una incredibile "corte" con tanto di "nano-buffone" che pranzava sotto la tavola (vedi "Big science ai tempi di Amleto di Gianbruno Guerriero" in Le Scienze n. 344).

Proprio per porre un freno a questa situazione, il successore di Federico II comincio' a limitarne gli appannaggi di cui godeva e Tycho, offeso, abbandono' l'isola riprendenedo le sue peregrinazioni per l'europa con la famiglia e i suoi numerosi strumenti. Fini' alla corte di re Rodolfo II (personaggio altrettanto eccentrico) con l'incarico di Mathematicus imperialis. Nel 1600 incontro' Keplero nel quale Tycho sperava di trovare un fedele discepolo della sua teoria, ma il rapporto tra i due astronomi fu breve e insofferente. Tycho infatti mori' il 24 Ottobrel 1601, dopo alcuni giorni di agonia, senza riuscire a convincere del tutto Keplero sul suo sistema geocentrico.



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